Auguri a Samantha, runner spaziale

Oggi l’astronauta Samantha Cristoforetti compie 39 anni (tanti auguri Samantha!), così  ho pensato di riproporvi uno stralcio dell’intervista che ho realizzato per “Runner’s World” e “Il Papa non corre”. 

Eccola…

Da piccola Samantha Cristoforetti sognava lo ‘spazio’, per questo motivo dopo il liceo ha intrapreso un percorso di studi particolare che l’ha portata ad avvicinarsi al ‘mondo extraterrestre’. Certo, mai avrebbe immaginato che nel giro di qualche anno sarebbe riuscita a concretizzare quel desiderio così grande.

«Sin dalle scuole elementari sognavo di andare nello spazio, il merito è in parte degli insegnanti che mi hanno fatto conoscere un po’ di astronomia, e delle letture di Salgari e Jules Verne. Alle medie avevo già un’idea chiara di quello che volevo fare: se si fosse presentata l’occasione giusta, avrei provato a diventare astronauta».

E l’occasione giusta è arrivata, così nel 2014 Samantha ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) a bordo del razzo russo Soyuz; la prima donna italiana a volare nello spazio.

E nello spazio si corre!

«Chi è assegnato alla base spaziale deve seguire dei ‘protocolli’ che prevedono, tra le attività obbligatorie, la corsa. Per questo motivo sulla stazione ci sono diversi tapis roulant; dobbiamo fare almeno due sessioni di corsa alla settimana, alternandola alla cyclette. Due ore e mezza di attività motoria quotidiana: una parte di cardio-fitness e una di Ared, un sistema che simula l’allenamento con i pesi e va a sviluppare la parte resistiva. Certo, i pesi nello spazio non si possono usare però ci sono dei cilindri a vuoto con i quali si può regolare la resistenza, fare degli squat, ecc. Siamo obbligati a fare attività per non tornare sulla terra senza muscoli e con un apparato scheletrico debilitato».

Mi spiega che c’è anche chi ha fatto una maratona ‘extra terrestre’ qualche anno fa.

«Nel 2007 un’ astronauta, Sunita Williams, partecipò dallo spazio alla maratona di Boston; iscritta regolarmente è partita nello stesso momento in cui sono partiti i maratoneti sulla terra».

Una corsa sul tapis roulant ancorato ai cavi, la cui velocità massima era di 12 km orari, anche se in realtà sfrecciava a 8 km al secondo attorno al pianeta.

Un’impresa sui generis che le chiedo se proverà. Laconica la risposta ma anche possibilista: «Vedremo».

Samantha non ha corso una maratona spaziale, ma chissà che non decida di correrne una terrestre 😉

 

 

 

 

 

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