5 cose da fare (assolutamente!) a Lampedusa

È la terza volta di seguito che vado a Lampedusa, e la terza volta che la giro in lungo e in largo in bicicletta. Ma non vi parlerò di itinerari in bici che potete trovare QUI, ma delle 5 cose che da fare assolutamente a Lampedusa!

 

MA PRIMA UN PO’ DI STORIA 

Un’isola più vicina all’Africa che all’Italia, scoperta dai più nel 1986, quando  Gheddafi decise di lanciare due missili che fortunatamente caddero in mare dinanzi all’isola. La scelta di Lampedusa da parte del colonnello libico fu fatta come ritorsione al bombardamento aereo di Tripoli, condotto da parte degli statunitensi (Capo Ponente ospitava una base militare Nato).

Lampedusa andò su tutti i media e da lì la scoperta e il rilancio turistico.

 

COSA FARE APPENA ARRIVATI SULL’ISOLA

Posso dirvi che non appena ho messo piede sull’isola, ho noleggiato la bici nel centro della località (io l’ho noleggiata qui: NOLEGGIO ECOLOGICO LAMPEDUSA, ubicato in una traversa di Via Roma, in Via Silvio Pellico 12. Dispongono di bici muscolari, bici elettriche, e scooter elettrici). Ho inizialmente optato per una city bike con le marce e dotata di cestino nella parte posteriore, utile per caricare lo zaino, oppure la spesa. Gli ultimi due giorni però ho cambiato con l’MTB, così da non temere i punti non asfaltati e andare via veloce.

L’isola è piccola,  misura appena 9 chilometri di lunghezza e 4 km di larghezza, e in bici si gira che è uno spasso. Non ci crederete però nonostante le dimensioni ridotte, è invasa da scooter e automobili.

Per questo motivo ci tengo tanto a incoraggiare chiunque a usare la bici per scoprire questo piccolo gioiello in mezzo al mare, se ci pensate è facile, ecologico, economico, e tiene in forma.

E ora…

5 COSE DA FARE (ASSOLUTAMENTE!) A LAMPEDUSA

 

1 – PEDALATA ALL’ ALBA

Parto da un itinerario facile, ma che accarezza il cuore.

Via Roma – Faro di Levante – Via Roma (8 km circa) all’alba

La strada è praticamente tutta in salita, è asfaltata ma con tratti di manto irregolare e molto “vibrante” , per cui se avete una MTB sicuramente andrete meglio. Arriverete in circa 20 minuti di pedalate, vento permettendo.

Il mio consiglio è di partire alle 5.30 (quando sono andata era il 10 luglio scorso, quindi verificate quando albeggia per non partire troppo presto) e poi attendete il sorgere del sole seduti sulla scogliera a picco sul mare. E wow, che spettacolo!

Pedalerete che il cielo è già chiaro, ma potrete ancora ammirare il Faro che emette segnali luminosi (si spegne al sorgere del sole).

Qui troverete anche una panchina gigante dove potrete, se volete, sedervi per ammirare l’alba.

 

Irene in bici a Capo Levante, Lampedusa - foto by www.runningpost.it

Irene in bici a Capo Levante, Lampedusa – foto by www.runningpost.it

2 – GIRO DELL’ISOLA IN BARCA

E tra una pedalata e l’altra trovate il tempo per fare il giro in barca dell’isola.

Ammetto che dopo tre anni di Lampedusa ho la mia imbarcazione di riferimento: Sciatumìa, con i capitani Gianfranco e Francesco. Una barca ampia e confortevole, ma soprattutto con qualcuno che sa raccontare in modo non banale fatti e curiosità dell’isola.

Del resto siete a bordo di Sciatumìa, che significa “mio respiro”, o meglio “sei nel mio respiro”, e si rivolge a chi si ama, a una persona, alla natura, al prossimo. Questo e molte altre storie vi racconterà Gianfranco, tra una sosta-bagno e un’altra, tra cui l’immancabile Baia della Tabaccara, dove l’acqua è talmente trasparente che le barche sembrano volare! Un effetto ottico che riscontrerete davvero (se il mare è piatto).

E poi arriva il pranzo, degno di uno dei migliori ristoranti di pesce. Ecco ciò che ci è stato servito: maccheroncini con sugo di triglia spolverati di pane tostato, alici marinate, con capperi e fettine d’arancia, cruditè di gamberi, e cannoli siciliani del Bar Roma.

Lasciatevi cullare dal mare e dalle parole di Gianfranco e tornerete in hotel ritemprati nel cuore e nell’anima, ve lo assicuro!

Tra l’altro con Sciatumìa potrete fare oltre all’uscita diurna anche quella serale, con aperitivo e cena, e avvistamento delfini. Ma non solo, è l’unica imbarcazione che organizza l’uscita all’alba, che sto inseguendo da tre anni ma che una volta causa vento forte, una volta per mancanza di persone, non sono ancora riuscita a fare. Un’uscita per intenditori, perché vedere sorgere il sole dall’acqua, stando in mezzo al mare, credo sia un’esperienza unica che vale la levataccia.

Di imbarcazioni comunque ce ne sono tante e avrete solo l’imbarazzo della scelta, le troverete tutte ormeggiate al Porto Vecchio, a voi la scelta.

 

eccomi con il poeta e capitano Gianfranco della Scitumìa - www.runningpost.it

Eccomi con il poeta e capitano Gianfranco della Sciatumìa

 

I fondali della baia Tabaccara, Lampedusa - foto di Irene Righetti

Eccomi sott’acqua nella Baia de La Tabaccara

 

Crudité di gamberi a bordo della Sciatumìa

 

3 – VISITA AL CENTRO DI RECUPERO DELLE TARTARUGHE MARINE

 

Un’altra attività che vi consiglio è la visita al LAMPEDUSA TURTLE RESCUE

Si tratta di un centro di recupero che aiuta circa 100 tartarughe ogni anno. La maggior parte di loro viene catturata accidentalmente con ami con palangari o reti da traino. Arrivano in questo ospedale grazie alla preziosa collaborazione di pescatori locali, turisti, e con il supporto della Guardia Costiera Italiana, dei Carabinieri, e della Guardia di Finanza.

La visita dura circa mezz’ora, i bambini devono essere tenuti per mano, e una guida vi spiegherà che cosa fa il centro, mostrandovi anche alcuni esemplari che si stanno rimettendo in sesto. Vale senz’altro la pena fare una visita al centro perché capirete l’importanza delle tartarughe e cosa si può fare per aiutarle.

Il Centro  si affida esclusivamente all’impegno di volontari, italiani e stranieri. Ciò è particolarmente importante durante i mesi estivi, dove assistono nel monitoraggio, nel trattamento e nello studio delle tartarughe marine, nonché nell’informazione dei turisti e nell’istruzione dei membri della comunità.

Le visite sono gratuite e si effettuano dal lunedì al sabato dalle ore 17 alle 19.

 

Lampedusa turtle rescue

 

Lampedusa Turtle Rescue - foto by www.runningpost.it

 

4 – VISITA ALL’ARCHIVIO STORICO DI LAMPEDUSA

Si trova nel cuore di Lampedusa, nella centralissima via Roma, poco prima della terrazza che si affaccia sul porto. E raccoglie più di duemila immagini che documentano la storia dell’isola, dagli inizi del Novecento ad oggi.

Seduto dietro alla scrivania, oppure su una delle panchine poste all’esterno,  troverete il presidente dell’archivio, Antonino Taranto, detto Nino, silenzioso e discreto ma sempre pronto a raccontare fatti inediti di Lampedusa.

Ciò che mi ha colpito di più è che un tempo Lampedusa era verdissima e tutta boscosa. Mi ha raccontato Nino: “Il Governatore dell’isola nominato dal Re di Napoli nel 1843, nel descrivere l’isola dice che nella zona di ponente c’erano i cervi e i cinghiali, e liberamente pascolavano nei boschi.

Lampedusa era completamente coperta di vegetazione di macchia mediterranea; con la colonizzazione borbonica comincia una prima fase di disboscamento, per creare delle zone adatte alla coltivazione. Ma l’intervento più drastico avvenne dopo il 1860, quando l’isola da colonia agricola divenne colonia penale. E vennero impiantate una cinquantina di carbonaie che tagliavano sistematicamente la vegetazione  per fare carbone, che poi veniva venduto in Sicilia.

Si creò un disastro ecologico quasi irreversibile perché il vento, e poi la pioggia ha dilavato il terreno verso il mare. Adesso la superficie dell’isola è scoperta ed è molto difficile fare l’intervento di rimboschimento che da tanti anni sta portando avanti la Forestale. Difficile perché bisogna riportare il terreno, creare dei muri frangivento, irrigare, e inoltre i forti venti non permettono uno sviluppo adeguato della vegetazione, specialmente delle specie un poco più alte. Questa operazione sta riuscendo nei canaloni perché sono più protetti, come ad esempio la zona di Cala Pulcino, dove si ha un’idea di quale dovesse essere l’ambiente naturale.”.

Questa e molte altre storie mi ha raccontato Nino, altre curiosità ve le mostrerò prossimamente su Youtube 🙂

 

archivio storico di lampedusa - www.runningpost.it

 

5  – COLAZIONE AL BAR

Non sono una da “bar”, nel senso che da sempre la colazione amo prepararla e consumarla a casa. Però a Lampedusa è un’altra storia e bisogna assolutamente gustare qualcosa di tipico al bar.

Così un giorno ho ordinato un cannolo con ricotta e pistacchi più un cappuccino, un altro giorno una granita cremosa come un gelato a base di gelsi e pistacchi, abbinata a una calda brioscia. La brioscia, si scrive proprio così, è un dolce tipico al forno siciliano, ed è di forma semisferica. Il top è inzupparla ancora tiepida nella granita. Il contrasto caldo-freddo è irresistibile!

Sono diversi i locali dove potrete gustare prelibatezze locali, dal Bar dell’Amicizia, Paradise (molto buone le granite), Isola delle Rose, oppure al Bar Roma (i cannoli sono il top), dove andavo io perché non è “modaiolo”, è rimasto autentico, e dispone i tavoli in strada, senza tenso-strutture, proprio come una volta.

 

 

Queste sono le 5 cose che dovete fare assolutamente a Lampedusa; se invece volete scoprire tutti gli itinerari in bicicletta, cliccate  LAMPEDUSA IN BICI.

 

E per sapere tutto dell’isola, c’è la guida tascabile di Lampedusa e a km zero, edita da “Capperi!”. All’interno troverete una parte dedicata al running e una alla bici che ho scritto personalmente. Aggiornata ogni anno, costa solo 5 Euro se la comperate sull’isola dove è distribuita direttamente dall’editore (la trovate all’archivio storico e in edicola), 11 Euro se la ordinate online su Amazon (dove pesa il servizio di consegna).

 

guida di lampedusa I Capperi - Foto www.runningpost.it

Non mi resta che salutarvi, nella speranza di avervi dato degli utili consigli.

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Un abbraccio e buone corse!

Irene

 

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