Samantha Cristoforetti e la corsa

Samantha Cristoforetti e la preprazione durante la prima missione, foto Nasa-ESA - www.runningpost.it
Samantha Cristoforetti e la preprazione durante la prima missione, foto Nasa-ESA - www.runningpost.it

L’astronauta Samantha Cristoforetti sarà la prima donna al comando della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e guiderà la spedizione 68, in programma per il 2022.

Per la seconda volta andrà nello spazio! Una persona incredibile; la intervistai poco prima che partisse per la  missione. Non mi disse abbiamo “tot” tempo, abbiamo iniziato a parlare e siamo andate avanti per una quarantina di minuti e al suo ritorno, nell’ambito di un incontro nella città di Bologna, ho avuto l’onore di conoscerla di persona.

Così oggi, in questo giorno speciale per lei e per l’Italia,  voglio riproporvi uno stralcio di ciò che ci siamo dette e che ho raccontato ai lettori di Runner’s World, con focus particolare sulla corsa che lei pratica, anche perché è obbligata a correre e ora vi spiega il perché 😉

Eccomi con samantha Cristoforetti durante l’incontro nella città di Bologna

 

«Chi è assegnato alla base spaziale deve seguire dei ‘protocolli’ che prevedono, tra le attività obbligatorie, la corsa. Per questo motivo sulla stazione ci sono diversi tapis roulant; dobbiamo fare almeno due sessioni di corsa alla settimana, alternandola alla cyclette. Due ore e mezza di attività motoria quotidiana: una parte di cardio-fitness e una di Ared, un sistema che simula l’allenamento con i pesi e va a sviluppare la parte resistiva. Certo, i pesi nello spazio non si possono usare però ci sono dei cilindri a vuoto con i quali si può regolare la resistenza, fare degli squat, ecc. Siamo obbligati a fare attività per non tornare sulla terra senza muscoli e con un apparato scheletrico debilitato».

Mi spiega che c’è anche chi ha fatto una maratona ‘extra terrestre’ diversi anni fa.

«Nel 2007 un astronauta, tra l’altro partita proprio pochi giorni fa per la seconda missione, Sunita Williams, partecipò dallo spazio alla maratona di Boston; iscritta regolarmente è partita nello stesso momento in cui sono partiti i maratoneti sulla terra».

Una corsa sul tapis roulant ancorato ai cavi, la cui velocità massima era di 12 km orari, anche se in realtà sfrecciava a 8 km al secondo attorno al pianeta.

Un’impresa sui generis che le chiedo se proverà. Laconica la risposta ma anche possibilista: «Vedremo».

In realtà, mi confida, non ama correre sul ‘tappeto’, preferisce il terreno e l’aria aperta, come ha fatto la scorsa estate in Russia, a Star City, dove si trova lo Yury Gagarin Cosmonaut Training Center.

«Non sono una grande appassionata di running in palestra, preferisco correre nella natura, ad esempio nella foresta di betulle vicino alla Città delle Stelle, dove sono rimasta per un periodo d’addestramento. Una decina di chilometri tutti i giorni, una meraviglia».

 

 

E’ poi una grande appassionata dello yoga.

«A causa dell’addestramento devo fare continui spostamenti, quindi pratico yoga per conto mio, nella stanza d’albergo, a un livello molto basico. Ho iniziato nel 2005, dopo un ritiro in un centro al Nord della California e da allora non ho più smesso»

Per quanto riguarda la dieta, come sarà in orbita?

«Ci sono tre tipi di cibi in scatola nello spazio: quelli che se necessario si possono scaldare o sono già pronti, quelli disidratati ai quali si deve aggiungere dell’acqua, e gli alimenti che si trovano anche al supermercato e considerati idonei, come le tortillas, gli M&M…, l’importante è che non facciano briciole e abbiano una certa compattezza. Non c’è cibo fresco e gli alimenti sono studiati per dare il giusto apporto calorico e i macronutrienti corretti ma, dopo sei mesi, qualche deficienza nutrizionale ci può essere».

Per quanto concerne l’acqua?

«Ce n’è, viene portata nello spazio, anche se in realtà esiste un ciclo chiuso che ricicla l’urina, l’umidità che si forma nell’atmosfera per il sudore e il fiato. Sia l’urina e sia il condensato vengono filtrati, ripurificati e rimessi in circolo. Come dice un mio collega americano: “lo spazio è una macchina che trasforma il caffè di ieri nel caffè di domani”».

Cibo e acqua non rappresentano un problema, così come non lo è la temperatura all’interno della base spaziale.

«La stazione spaziale ha un volume interno che viene mantenuto ad una atmosfera simile a quella terrestre, l’unica differenza è il livello di anidride carbonica che è più elevato. Ogni tanto questo genera un po’ di mal di testa».

Samantha si occuperà di esperimenti scientifici ma all’occorrenza, dovrà uscire dalla base per fare attività di manutenzione, ed è forse ciò che lei si auspica.

«La stazione spaziale è grande quanto un campo da calcio; è stata montata pezzo per pezzo nel corso di dieci anni mediante attività extra veicolari. In pratica delle passeggiate nello spazio in cui si assemblavano i diversi componenti. Questa parte ora non c’è più, però potrebbe essere necessario uscire per riparare qualche pezzo».

Per compiere questo tipo di attività, occorre indossare dei pesanti ‘scafandri’ e possedere tanta forza fisica.

«Si indossano delle tute pressurizzate estremamente rigide, s’immagini ad esempio la mano avvolta dal guanto, ogni volta che si apre e chiude è come se stringesse con forza una pallina da tennis e la stessa cosa avviene per le braccia. Per questo motivo sto cercando di potenziare molto la parte superiore del corpo».

La nostra astronauta però è molto determinata e non teme nulla, non a caso il suo sogno è proprio quello di fare «una passeggiata nello spazio».

 

Pillole di Cristoforetti

 

Nata a Milano il 26 aprile del 1977.

Studi: dopo il liceo scientifico a Trento si è laureata in ingegneria all’Università tecnica di monaco di Baviera, e poi all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli.  Nel 2009 l’Agenzia Spaziale Europea l’ha selezionata (circa 8.500 gli aspiranti) come astronauta.

Il 30 novembre 2014 ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale e vi rimarrà per oltre sei mesi.

La sua casa: fa spesso base in Trentino dove abitano i genitori anche se la sua casa, dice, è l’aeroporto.

Hobby: lo yoga.

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