Di corsa (e in bici) a Lampedusa: cosa fare, cosa vedere e tanti consigli utili

Lampedusa è l’ultimo lembo d’Europa, un’isola più vicina all’Africa che all’Italia, che venne scoperta dal mondo nel 1986, quando Gheddafi decise di lanciare due missili che fortunatamente caddero in mare dinanzi all’isola. La scelta di Lampedusa da parte del colonnello libico fu fatta come ritorsione al bombardamento aereo di Tripoli, condotto da parte degli statunitensi (Capo Ponente ospitava una base militare Nato). Lampedusa venne raccontata giorno e notte da tutti i media nazionali e internazionali. Così da isola remota frequentata per lo più da sub e amanti dei posti selvaggi, nel giro di qualche anno si trasformò in un’isola turistica con voli di linea e charter che atterranno quotidianamente.

lampedusa dall'aereo - foto di irene righetti

 

Pensate che un tempo l’isola era verdissima, piena di boschi, me lo ha raccontato Antonino Taranto, il fondatore dell’Archivio Storico di Lampedusa, ahimé scomparso quest’anno.

Mi spiegò come avvenne il disboscamento:  “Con la colonizzazione borbonica comincia una prima fase di disboscamento, per creare delle zone adatte alla coltivazione. Ma l’intervento più drastico avvenne dopo il 1860, quando l’isola da colonia agricola divenne colonia penale. E vennero impiantate una cinquantina di carbonaie che tagliavano sistematicamente la vegetazione  per fare carbone, che poi veniva venduto in Sicilia.

Si creò un disastro ecologico quasi irreversibile perché il vento, e poi la pioggia ha dilavato il terreno verso il mare. Adesso la superficie dell’isola è scoperta ed è molto difficile fare l’intervento di rimboschimento che da tanti anni sta portando avanti la Forestale. Difficile perché bisogna riportare il terreno, creare dei muri frangivento, irrigare, e inoltre i forti venti non permettono uno sviluppo adeguato della vegetazione, specialmente delle specie un poco più alte. Questa operazione sta riuscendo nei canaloni perché sono più protetti, come ad esempio la zona di Cala Pulcino, dove si ha un’idea di quale dovesse essere l’ambiente naturale.”.

Pensate come doveva essere Lampedusa tutta verde?!? Un sogno ancora più grande.

E dopo un po’ di storia è tempo di consigli.

 

NOLEGGIARE IL MEZZO PIU’ ECOLOGICO CHE CI SIA

In primis vi consiglio di noleggiare una bicicletta, muscolare tipo MTB se siete allenati, E-Bike invece se non lo siete. E’ il mezzo più ecologico che ci sia e in più vi terrete in forma. Inoltre l’isola è lunga appena 10 km per cui è fattibile per tutti!

E poi ci sono dei notevoli vantaggi: la bici la potrete parcheggiare ovunque e non dovrete pagare il parcheggio (se ad esempio andate alla Spiaggia dei Conigli il parcheggio vi costerà Euro 7 ). Io l’ho presa a a Noleggio Ecologico Lampedusa (in Via Silvio Pellico, in una traversa della centrale Via Roma). Il costo di una muscolare è di Euro 10 al giorno, di Euro 20 se E-Bike.

Una volta che avrete la bici potrete andare a esplorare l’isola!

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IMMANCABILE LA SPIAGGIA DEI CONIGLI

Non perdetevi la Spiaggia dei Conigli, tra le spiagge più belle del mondo! Posta in una stupenda baia a circa 6 chilometri dalla centrale Via Roma. Domenico Modugno che aveva la casa proprio a ridosso di questo luogo incantato (e ancora è presente ma ora è di proprietà del resort La Calandra) definì lo specchio d’acqua di fronte “La piscina di Dio”. E non posso dargli torto, l’acqua è talmente trasparente che sembrerebbe di nuotare in una piscina, con piccoli pesci di colore grigio e nero che ogni tanto ti accarezzano le gambe.

Da sapere che oggi questo tratto di costa è Riserva Naturale ed è vigilata da Legambiente che la tutela, la mantiene pulita (pensate che ogni giorno vengono raccolti un paio di sacchi di rifiuti, per lo più plastica, portati a riva dalla corrente del mare) e ne controlla l’accesso. Per la ridotta estensione e la presenza di aree a rischio idrogeologico, la spiaggia dei Conigli può ospitare un numero limitato di persone. Per tutelare l’ambiente naturale dal 12 giugno al 12 ottobre l’accesso alla spiaggia avviene in maniera contingentata, su due turni di accesso (mattina 8.30-13.30, pomeriggio 14.30-19.30), per un numero massimo di 550 persone per turno.

  • È possibile prenotare per un solo turno al giorno (8.30-13.30 oppure 14.30-19.30); al termine di ogni turno (13.30 per la mattina e 19.30 per il pomeriggio) i visitatori presenti in spiaggia dovranno lasciare i luoghi e uscire dalla Riserva.

L’accesso è gratuito.

  • Alla Spiaggia dei Conigli si accede percorrendo a piedi un sentiero di circa 800 metri: indossate calzature idonee a camminare su fondo roccioso e scivoloso (no infradito, tacchi, zeppe o simili).
  • Nella Riserva Naturale non sono presenti servizi di salvataggio, assistenza medica, punti ristoro, servizi igienici, punti d’acqua.

Per prenotare: www.prenotazionespiaggiaconigli.it E se non trovate posto, andate mezza ora prima dell’apertura perché assegnano altri 150 posti. 

 

 

TUFFARSI DALLE ROCCE DI MARE MORTO

Uno dei luoghi che amo di più per rilassarmi e tuffarmi dall’alto delle rocce è Mare Morto, a 2,6 km dalla centrale Via Roma. Due gli stabilimenti che offrono lettini e ombrelloni, ma se preferite potrete fermarvi sulle rocce, senza spendere nulla, anche se sono un tantino scomode.

Io ho optato per lo stabilimento con gli ombrelloni blu, perché è ubicato in un tratto della costa molto bello, e anche perché è gestito con cura da Alfredo da oltre vent’anni. Un ragazzo di 46 anni (lo ricorda sempre lui) che ha sempre il sorriso e quella gentilezza innata che sempre vorresti trovare. Se passate di lì ed è tutto pieno, chiedetegli il numero di telefono e al mattino del giorno seguente, verso le ore 8.30, mandategli un messaggio dicendo di riservarvi il posto.

Tenete conto che in spiaggia non è possibile fumare, ma se proprio non riuscite a farne a meno, almeno non lasciate i mozziconi sulle rocce. Oltre a deturpare l’ambiente, se non smaltiti correttamente finiranno per contaminare il suolo causando danni all’interno della catena alimentare, danneggiando di conseguenza anche la nostra salute. In fondo basta poco, spegnete e  portate a casa!

 

 

DI CORSA AL FARO AL SORGERE DEL SOLE

Via Roma – Faro di Capo Grecale – Via Roma (8 km circa) all’alba

La strada è praticamente tutta in leggera salita, è asfaltata con tratti di manto irregolare, ma andranno bene le scarpe da strada.

Sono 4 chilometri all’andata e altrettanti al ritorno, ma appunto all’andata essendo in salita impiegherete più tempo.

Il tratto più emozionante è quando mancano circa 500 metri con il faro  che lampeggia e il cielo che si fa sempre più rosa. Poi poco prima della levata dall’acqua del sole, il faro si spegne e inizia lo spettacolo naturale.

E’ presente anche una panchina gigante dove potrete, se volete, sedervi per ammirare l’alba.

 

 

PROVA LA COLAZIONE AL BAR GUSTANDO I PRODOTTI LOCALI

Generalmente la colazione non la faccio al “bar”, perché la colazione amo prepararla e consumarla a casa con yogurt, cereali e frutta. Però a Lampedusa è un’altra cosa e bisogna assolutamente gustare qualcosa di tipico al bar.

Ad esempio cannolo con ricotta e pistacchi più cappuccino, oppure granita cremosa come un gelato a base di gelsi e pistacchi, abbinata a una calda brioscia. La brioscia, si scrive proprio così, è un dolce tipico al forno siciliano, ed è di forma semisferica. Il top è inzupparla ancora tiepida nella granita. Il contrasto caldo-freddo è irresistibile!

Sono diversi i locali dove potrete gustare prelibatezze locali, dal Bar dell’Amicizia (è quello più gettonato con una bellissima terrazza), Paradise (molto buone le granite), Isola delle Rose, oppure al Bar Roma (i cannoli sono il top), dove andavo io perché non è “modaiolo”, ma ha un suo carattere autentico, e dispone i tavoli e le sedie lungo la via, in strada.

GUSTA L’ARANCINO

Non potete tornare a casa senza avere gustato un arancino, ovvero una palla di riso impanato e fritto, piuttosto grande di 8-10 centimetri, con il cuore ripieno di ragù, verdure, oppure pesce.

Il nome deriva dal colore e dalla forma che ricorda appunto un’arancia. Li troverete in molti bar (vedi Bar dell’Amicizia) e in tutte le gastronomie. Tra le mie preferite c’è la Gastronomia Mancino (in Via Vittorio Emanuele) dove ho gustato gli arancini farciti con mozzarella e spinaci, salmone e gamberetti.

DA SAPERE

IL  LAMPEDUSA TURTLE RESCUE  ovvero il centro di recupero delle tartarughe purtroppo è stato chiuso. Una realtà che era presente sull’Isola da 33 anni, costretta a chiudere per i costi di gestione della struttura, privata, diventati sempre più proibitivi. Una grande perdita e una ricchezza per l’isola; lo scorso anno ho avuto la fortuna di visitarlo e c’erano code infinite di gente desiderosa di vedere come venivano salvate le tartarughe. Un vero peccato.

LA GUIDA TASCABILE DI LAMPEDUSA

Se volete scoprire tutto, ma proprio tutto di Lampedusa, vi consiglio la guida tascabile di Lampedusa edita da Capperi (la potrete acquistare sull’isola al prezzo di Euro 5, oppure su Amazon a Euro 11,50). Dal 2011 l’unica guida alle Pelagie. A km zero (viene prodotta sul luogo), aggiornatissima, racconta la storia dell’isola e offre tanti spunti e suggerimenti per vivere questo luogo nel migliore dei modi. Ed è in tre lingue!

Miei i capitoli RUNNING e BICI, dove trovate alcuni itinerari “active”.

 

 

 

Non mi resta che salutarvi.

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Un abbraccio e buone corse!

Irene

Foto in apertura di Tommaso Gallini