La Keitany festeggia NY con le patatine fritte

I venditori ambulanti di pretzel e bagel il giorno della TCS New York City Marathon devono avere fatto la fortuna. Già perché terminati i 42 km i maratoneti (e loro accompagnatori) erano affamati e la prima cosa disponibile è lo street food!!! Ne so qualcosa perché ho corso la maratona di New York due anni fa, rimanendo tanto sulle gambe (oltre 4 ore!) e una volta tagliato il traguardo, ho avvertito una gran fame.

E quanti maratoneti ho visto in fila, lungo le avenue per comperare il pane con i tre cerchi e i chicchi di sale, e quello fatto a ciambella che viene prima bollito e poi cotto in forno.

Mi è piaciuto vedere la gara dei top runners, ma ancora più bello è stato gironzolare lungo le strade interessate dalla maratona, e vedere i volti sorridenti dei finishers con la medaglia al collo.

Com’è andata la gara dei top.

Una gara all’insegna del Kenya con Mary Keitany vince in 2h24’05” e Stanley Biwott che taglia il traguardo in 2h10’34.

Ho incontrato più volte Mary, certo che tirarle fuori le parole è dura… Così ho chiesto al suo allenatore, Gabrile Nicola, felicissimo del bis (aveva già vinto New York lo scorso anno), di raccontarmi la prova della sua atleta di punta.

«Quest’anno Mary ha fatto una prova nettamente migliore dello scorso anno, dando un minuto e 7 secondi alla sua diretta avversaria. La concorrenza era più elevata per cui quella di oggi è sicuramente una vittoria che ha un peso maggiore. Del resto era più preparata; nel 2014 tornando dalla seconda maternità non aveva avuto molto tempo di recuperare e prepararsi adeguatamente, in questo periodo è in forma anche se non al cento per cento. La gara l’abbiamo pianificata insieme, per 30 km doveva rimanere in gruppo e così ha fatto, per poi aumentare dal 32° km e accelerare ulteriormente nei chilometri successivi. Ha sofferto gli ultimi due chilometri, ma era necessario affrontare la salita che da Harlem porta a Central Park ad un certo ritmo. E alla fine ce l’ha fatta».

Come festeggerà la vittoria? «In tutti questi giorni ha mangiato solo spaghetti in bianco con olio d’oliva e pollo, null’altro. Per festeggiare andremo da McDonald’s e mangeremo le patatine fritte che tanto ama, vietate i giorni precedenti la maratona».

Biwott, di Eldoret che prima di diventare un atleta professionista lavorava in una fattoria (possiede ancora dieci mucche), è arrivato solo al traguardo avendo impresso un distacco di 15 secondi sul connazionale Geoffrey Kamworor, terzo l’etiope Lilila Desisa.

E i nostri atleti di casa come sono andati?

Anna Incerti è giunta 9a con il tempo di 2h33’13”, mentre in campo maschile il primo degli italiani è stato il molisano Andrea Lalli, 11° posto in 2h17’12”, allenato dallo scorso giugno da Stefano Baldini, che ha detto della sua prestazione: «Ha interpretato bene la gara fino al 34° km, gli sono mancati i 7 km finali e sicuramente su quelli dobbiamo lavorare. Scegliere New York è stato un rischio, lo sapevamo. Lui ha il sogno olimpico ed entro il 30 novembre doveva fare una prestazione convincente ma così non è stato. Gli manca continuità, ha avuto tanti problemi fisici e non ha mai fatto una stagione completa».

15° Carmine Bucilli, 2h23’48’, e 21° Stefano Scaini, 2h36’32”, mentre Daniele Meucci che nei giorni precedenti la maratona ha accusato problemi di stomaco, si è ritirato attorno al 20° chilometro.

E poi c’è Stefano Baldini, un amico per me; ogni anno viene a New York per accompagnare il gruppo di maratoneti di Born2Run. Ha chiuso in 2h48’; l’ho incontrato dopo la maratona e sembrava fosse andato a fare una passeggiata a Central Park. Dai dimmi che le gambe ti fanno un po’ male?!? No No. Io non riuscivo quasi a stare in piedi dopo la maratona newyorkese. No no, è in forma! La figlia Alessia vicino a lui conferma. E allora raccontami com’è andata. «È stata una corsa molto bella per 25 km – ha spiegato – perché ho mantenuto un’andatura tranquilla; ero con un gruppetto di atleti che ho incontrato lungo il percorso, tre italiani e un americano, poi inevitabilmente la mancanza di un allenamento lungo si è fatto sentire e nel finale mi sono venuti i crampi. Non avevo delle velleità cronometriche così ho terminato in 2h48’09”. Bellissima esperienza come sempre; lo scorso anno era troppo freddo e ventoso, oggi al contrario troppo caldo e umido, clima che infastidito tanti che hanno terminato con i crampi».

Ecco il podio femminile e maschile.

1 – MARY KEITANY (KEN), 2:24:25

2 – ASELEFECH MERGIA (ETH), 2.25:32

3 – TIGIST TUFA, (ETH) 2:25:50

Podio maschile.

1 – STANLEY BIWOTT, (KEN)2:10:34

2 – GEOFREY KAMWOROR, (KEN)2:10:48

3 – LELISA DESISA, (ETH) 2:12:10

 

 

 

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