Il mio Cima Tauffi Trail

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Ho corso il Cima Tauffi Trail, un trail incredibile che si corre sull’Appennino Modenese, con start nel piccolo paese di Fanano.

Era il secondo anno che prendevo parte a questa gara, e anche questa volta l’ho trovata incredibilmente bella e divertente.

 

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Il mio running kit: pantaloncini, gilet, bra, scarpe da trail Cascadia 14 by Brooks, compeed perché non si sa mai, smartphone, deodorante a misura di sportivo Biclin, e la mia super torta di noci homemade, una fetta prima e una dopo.

 

Bella perché belle sono le montagne di quest’area: non troppo alte, non spigolose, ma dolci e accoglienti, come piacciono me perché non mi spaventano e sembrano accogliermi in un abbraccio verdissimo che mi fa sentire a casa.

 

 

Ho corso tutto il tempo con Mirko, un runner del team della Quadrilatero, “bionico”. Perché si è fatto inserire nel braccio un aggeggino (il nome tecnico non lo so) che gli permette di capire (senza forarsi la punta del dito) il livello della glicemia. Mi ha raccontato di avere scoperto di avere il diabete di tipo 1 qualche anno fa, così ogni giorno oltre a dovere assumere l’insulina, deve tenere monitorato anche il livello di glicemia che cambia in continuazione in base a ciò che mangia e all’attività che fa.

Beh, non deve essere facile, però Mirko mi ha confessato che oggi è più in forma di prima, la problematica infatti lo fa rigare dritto e gli ha permesso di conoscere il mondo della corsa.

Insieme abbiamo affrontato la prima, lunghissima salita, poi lo stop a causa della sua glicemia  arrivata a 50, troppo bassa. ” Se scende ancora, mi ha detto, si va in coma”. Eh no, bisogna mangiare una barretta o un gel. Detto fatto e i livelli sono tornati normali. Continuiamo a correre, alternando la camminata alla corsa nei tratti più duri, mentre mio papà tranquillo, tranquillo ci sorpassa e se ne va.

 

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Davanti a noi ci sono Luca e Paola, sempre della Quadrilatero (per la cronaca, Paola per soli 20 secondi si è fatta scippare il terzo posto).

Ecco il primo ristoro a base di acqua e coca-cola. Non avevo mai bevuto in gara la bevanda americana e wow, le bollicine unite allo zucchero e alla caffeina sembrano avere fatto il loro dovere.

Così come il bendaggio al bicipite femorale destro, a causa di una lesione non strutturale che mi ha fatto Francesco, fisioterapista all’avanguardia di Ferrara Running Clinic, e la criosauna fatta il giorno precedente la gara sotto lo sguardo attento di Enrico (il tecnico della criosauna), che mi ha rigenerato prima del tempo.

Siamo in cima, le vette verdi ci danno il benvenuto.

Pochi minuti e si inizia a scendere; la strada è stretta, abbastanza accidentata e piena di pietre. C’è chi è caduto e sconsolato terminerà la corsa camminando, e c’è chi come noi va via tranquillo senza spingere troppo, proprio per evitare eventuali cadute.

E arriviamo al torrente che con le sue acque limpide e impetuose ci dà un senso di freschezza.

Mancano solo due km al traguardo.

E in un baleno arriviamo al traguardo.

 

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Fine! L’avventura sull’Appenino termina e mi dispiace un sacco.

Mi consolo con il super ristoro a base di melone, anguria, pesche, pizza e birra.

Mmm, a ben pensarci bene però ci sono le cascate del Doccione, a Fellicarolo, a 5 km da Fanano. Papà andiamo?!? Questa però è un’altra avventura che vi racconterò in un altro momento 🙂

 

Per la cronaca ho corso con le scarpe Brooks Cascadia 14 e i gambali Booster Elite Evo2 della BV Sport.

 

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Eccomi in compagnia di Luna, nel primo tratto di gara

 

Spero che il mio racconto ti sia piaciuto, se vuoi vedere qualche immagine in più puoi andare sul mio Intagram @running.post