L’ex bambina soldato che diventa una stella dell’ultra-trail

Mira Rai, è una ragazza nepalese di 25 anni che corre le gare di ultra-trail e va forte, molto forte. Fin qui nulla di straordinario, se non fosse che prima di cimentarsi nel running faceva il soldato. Avete capito bene, Mira ha passato parte della sua infanzia tra i combattenti maoisti. Se ci penso, non può essere, dai, è uno scherzo. No, no, è tutto vero.

C’è una foto pubblicata sul “The Guardian” che la ritrae in tuta mimetica e mitra. È l’unico scatto da “guerrigliera”, tutti gli altri che trovate in internet la vedono in gonnella o pantaloncini e scarpe da trail, su e giù per le montagne.

Mi sono imbattuta in questa ragazza che ha oltre 12 mila followers su Facebook, quasi per caso; l’ho vista fotografata insieme a Tite Togni, una maratoneta, trailer e insegnante di yoga che conosco da tempo. Ho cliccato su un paio di link e mi sono trovata immersa in un racconto straordinario.

«Voglio che le donne e le ragazze dei villaggi remoti come il mio abbiano delle opportunità. Dobbiamo cambiare atteggiamento. Non sarà facile». Ha raccontato in una lunga intervista al quotidiano britannico.

Ma partiamo dall’inizio.

I genitori erano dei braccianti senza terra, lei andava a scuola saltuariamente perché, dall’età di 10 anni, per guadagnare qualche rupia, doveva trasportare dei pesanti sacchi di riso in salita.

Quando Mira è adolescente, ispirata  dal messaggio dei maoisti che dicevano di volere costituire una società migliore, soprattutto per le donne, si unisce per due anni ai militanti.

Era pronta a combattere e a morire; con i guerriglieri impara le arti marziali e inizia a correre. Quando viene firmata l’amnistia molti combattenti maoisti vengono incorporati nel nuovo esercito nazionale ma non Mira, considerata un combattente bambino dalle Nazioni Unite, che agevolarono il processo di transizione.

Così lei torna a casa e inizia a studiare. Continuando però a correre, da sola, ogni giorno.

Lo scorso anno, alcuni amici di Kathmandu la convincono a partecipare a una gara di 50 km; non aveva mai corso tanti chilometri e non sapeva come affrontare tale distanza, non era preparata, ma riesce ugualmente a terminarla.

Da allora Mira ha “imparato” a correre le ultra prendendo parte a numerose ultra-trail in giro per il mondo, vincendo tra l’altro il 27 giugno scorso la Mont Blanc Marathon di 80 km, con arrivo a Chamonix.

Ora la sua storia è diventata un film, grazie al regista appassionato di sport ultra Lloyd Belcher, disponibile online e nei teatri dal 7 dicembre prossimo.

Wow! Go Mira Go!

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