Pum! 15 gradi, sole abbagliante, mare azzurro chiaro (come piace a me) e una strada lunghissima dove potere correre indisturbati per km e km. Ma che posto è?!? La Costa Azzurra, o meglio Nizza.
Già, già, lo scorso weekend ero all’evento organizzato da Kalenji (by Decathlon), che prevedeva la presentazione della scarpa da running Kiprun e la Prom’Classic, la corsa di 10 km, che si snoda lungo la famosa Promenade des Anglais.
Mmm, ma andiamo per gradi… Due giorni prima della partenza, a Ferrara (dove vivo), la temperatura è scesa bruscamente sotto lo zero. Vabbé, è inverno, normale no? Come sempre salgo sulla citybike e parto. Pochi metri e cado rovinosamente sull’asfalto. Aiaaaaa!!!!! Il ginocchio destro, già malandato per una precedente caduta, diventa proprio grosso e fa male. Nooooo, devo correre domenica. Che fare? Ghiaccio, impacchi di patate (me lo ha insegnato la nonna) e riposo. Mia mamma mi suggerisce di rinunciare al viaggio e alla corsa. Le dico “Ma sei matta?” Non ci penso proprio. Intanto la notte non dormo dal dolore. Ma il venerdì ogni male cessa e sabato, prima dell’alba, sono già sull’aereo, con le Kiprun SD fucsia ai piedi, in posizione finestrino, per godermi la levata del sole.
A mezzogiorno sono in hotel. Pronta per l’incontro con Kalenji e i blogger di tutta Europa. Primo passo: si va allo stand Kalenji.
Imbambolata (l’abbigliamento sportivo mi fa questo effetto) nel mezzo dell’area colorata, tra appendini zeppi di maglie (ce n’è una che ricorda molto wonder woman, che quando indosso invece fa più “salsiccia”), pinocchietti, giacchini. Inizio a provare: una t-shirt, poi un’altra, però sono indecisa e non so cosa prendere. Sarà Bo Irik, una blogger olandese ma con il cuore portoghese (suo corrernacidade), a farmi decidere… Provandosi un paio di leggings sfumati infatti mi fa esclamare: “Che belli!!!”. Il sotto c’è, manca il sopra. Opto per la maglia grigia termica, perché è vero che la temperatura l’indomani sarà mite, ma io sono freddolosa.
Finished? Dice qualcuno. A malincuore rispondo “sì”. E si prosegue.
Arriva la presentazione della KipRun, una scarpa per correre neutra che non ammette pronatori e supinatori, il perché ve lo spiego tra un po’. E punta il focus su due elementi, mi racconta Olivier Weber, footwear developer: il K-Only concept, e il cushoning, ovvero il sistema di ammortizzazione.
«Abbiamo pronatori, supinatori, over pronatori e over supinatori, non è facile trovare la scarpa giusta per ogni tipo di corsa e di runner, e chi pensa di averla trovata potrebbe alla fine restare deluso». Guardo lo “sviluppatore” con gli occhi sgranati…
«Noi abbiamo creato una scarpa adatta a tutti». What?!? Questa sì che è una novità. Ammetto che non ho mai avuto problemi d’appoggio e ho sempre puntato sul “neutro”, ma ho diversi amici runner che diventano matti nel cercare la scarpa più adatta alle loro caratteristiche.
«Grazie al K-Only concept, che consiste in un inserto (una sorta di “artiglio”) in Pebax nell’intersuola, e a un nuovo tipo di schiuma nella zona sotto al metatarso che permette una migliore ammortizzazione, abbiamo ottenuto una scarpa stabile, per tutti».
Eh no, dai. Non è possibile. Sarà Stéphane Diagana (nel 1997 è stato campione del mondo nei 400 ostacoli, mica uno qualsiasi) a illuminarmi: «Certo, se qualcuno dovesse avere dei seri problemi che so di pronazione, allora dovrà andare dal podologo che provvederà a correggere la sua corsa con delle solette o altro».
Oliver prende nuovamente la parola e mi spiega come la KipRun, prima di uscire sul mercato, sia stata testata da 400 tester, che l’hanno calzata per sei mesi, per un totale di 20 mila km e circa 12 mila ore di test. «Questo ci ha permesso di capire che la KipRun è adatta a ogni stile di corsa e riduce la possibilità d’infortuni».
Mmm. Quanto tempo ci avete messo per crearla?!? «18 mesi circa».
Abbiamo più stagioni? Naturalmente no, mi risponde: «abbiamo una sola scarpa o meglio due: la Kiprun SD per chi cerca la dinamicità, e la Kiprun LD per chi vuole la stabilità. Non c’è primavera/estate e autunno/inverno; un modello o meglio due per tutto il 2016».
Insomma la parola d’ordine è: SEM-PLI-CI-TÁ!!!!
Mi viene in mente una frase: “La semplicità è la forma della vera grandezza”. Chissà che non sia proprio così!