Correre e basta non basta

Corri, corri e basta. Più chilometri macini, più ti senti bene. Corri con il buio, con il freddo, la pioggia, con il gelo, la neve, il sole. Le condizioni meteo non importano: ti bagni, sudi, sbuffi perché fa un freddo cane, ma non ha importanza, vai avanti e corri.

Corri, corri e basta. Non sai il perché o forse sì, semplicemente perché la corsa ti fa stare bene, talmente bene che non puoi farne a meno.

SI GAREGGIA, NON SI DORME

Quando devi gareggiare la sera prima non dormi, come se dovessi dare un esame all’università, o parlare in pubblico, già, già, sembra che rappresenti la seconda più grande paura dell’uomo, dopo la morte naturalmente.

Ti svegli con gli occhi gonfi e due belle occhiaie, metti il ghiaccio sulle palpebre come ti ha insegnato la mamma, ma nulla può contro quel gonfiore. Ci penserà la corsa ripeti a te stesso.

Corri, corri e basta. Vinci la medaglia, poi un’altra e un’altra ancora. Ci prendi gusto, è figo, così corri, corri e basta.

 

Irene Righetti corre - foto di Pierluigi Benini per Running Post

 

NIENTE CORSA

Finché un giorno… Non puoi più correre. Hai un acciacco e poi un altro. Ginocchia, legamenti, mali ignoti, nessuno sa che cosa tu abbia, però non puoi più correre. Stop forzato e sport alternativi. Nuoto, bici, palestra, parapendio, aerobica, danza, tip tap, pattinaggio, puoi fare proprio tutto ma non correre. Il più semplice e istintivo degli sport, il più economico e democratico che ci sia, l’unico che ci fa volare. Ban-di-to!

Visite, specialisti, ortopedici, medici sportivi, osteopati, fisiatri, fisioterapisti, la diagnosi risulta la medesima: smetti di correre oppure ti dai una regolata facendo esercizi di allungamento e macinando meno chilometri. Non si può correre senza potenziare i muscoli ti dicono, addominali compresi.

ARRIVA L’AIUTO

No, lo so, non sei un professionista dell’atletica e neppure io lo sono, e non ho il tempo che tu pensi che abbia, perché anche io lavoro e per sbarcare il lunario devo fare mille cose a incastro. Ma ci si può sempre svegliare prima del solito o posticipare la cena.

Corri, corri che ti passa, però se corri e basta qualche male prima o poi ti verrà, e non te la sto “tirando”, ti sto avvertendo. E se non hai tempo per lo stretching corri meno chilometri e ritagliati almeno dieci minuti per allungarti.

 

Irene Righetti si allunga - foto di Pierluigi Benini per Running post

 

E ARRIVA PURE BORRIELLO

L’ho imparato a mie spese perché lo stretching non mi è mai piaciuto, ma ho capito che è talmente importante da dovere diventare parte di me, ed entrare nella mia routine. Ti lavi i denti almeno tre volte al giorno?!? Allora puoi anche allungarti.

Ieri mattina di buon’ora sono andata in palestra e via con gli esercizi, a testa bassa. Ma l’ho rialzata quando ho scorto Marco Borriello, sì, lui il calciatore oggi militante nella Spal (la squadra della mia città, Ferrara), l’ex fidanzato di Belen. Anche lui acciaccato e anche lui pronto ad allungarsi.

IMPARIAMO DAI CAMPIONI

Tutte le mattine devo “strecciare” l’ileopsoas, un muscolo “bastardissimo” che ignoravo di avere, posizionato all’altezza dell’anca, cruciale per la corsa. Così lo allungo: 30 secondi per parte per tre volte, due b… Ma accidenti voglio continuare a correre fino a… 100 anni naturalmente!

 

«Non ho mai sofferto di infortuni – ha detto Edwin Moses -, perché ho sempre fatto stretching». Impariamo dai campioni!

 

Irene Righetti fa stretching - foto Pierluigi Benini per www.runningpost.it

 

Fotografie di Pierluigi Benini

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