Parti dal mare e arrivi in cima al vulcano più attivo d’Europa. È la Super Maratona dell’Etna, una gara organizzata dall’Etna Trail A.S.D., che si sviluppa tutta in verticale, lunga 43 km, che da zero ti porta a 3000 metri.
Sono poco più delle 6 quando arrivo a Marina di Cottone, località balneare in provincia di Catania dov’è posizionato lo start. Tutto è deserto e ad accogliere noi runners c’è un mare scintillante e un po’ agitato, mentre dall’altro lato c’è l’Etna, maestoso e nerissimo, con qualche spruzzo di bianco qua e là (sì, c’era ancora la neve!).
START SULLE RIVE DEL MAR IONIO
Mi stendo sul lettino dello stabilimento balneare che ospita la gara; accanto a me c’è un concorrente che ha già partecipato a diverse edizioni e mi mette in guardia dicendo che si tratta di una prova davvero dura perché non ci sono falsipiani, solo salita.
Sono un tantino agitata, non ho mai preso parte a competizioni che si sviluppano solo in altezza e non so come reagiranno le mie gambe. Ho scelto di buttarmi nella staffetta suddivisa in tre parti: la prima di 14,5 km (per circa 600 metri di dislivello), la seconda di 18,5 km, e l’ultima di 10 km.
Il mio team è composto da due runner velocissimi e allenatissimi di Parma: Gianmaria e Daniele della 3T Valtaro.
Alle 8 lo start! La mia frazione (la prima) è tutta su asfalto e si snoda lungo la strada provinciale che collega i paesi etnei. Al mio fianco c’è Luca, anche lui parmense, che promette di accompagnarmi fino alla fine (e lo farà).
SI SALE PASSANDO ATTRAVERSO FIUMEFREDDO, PIEDIMONTE E LINGUAGLOSSA
E si parte subito in salita; all’inizio è leggera, ma fa molto caldo e non è una passeggiata, per fortuna c’è chi mi fa chiacchierare e percepire meno la fatica. Si continua a salire, sempre di più. Attraversiamo Fiumefreddo di Sicilia, poi Piedimonte Etneo e in un baleno, o quasi, giungiamo a Linguaglossa, un paese di circa cinquemila abitanti, posto a 550 metri sul livello del mare, pieno di chiese, eleganti palazzi, e macellerie (se ne contano ben 14!).
Scorgo Gianmaria, mi sfilo il chip dalla caviglia, e via, spetta a lui la seconda frazione, forse quella maggiormente impegnativa perché è la più lunga e con un dislivello che cresce sempre di più.
Al 33° km, a 1800 metri, si lascia la strada per salire sul dorso del vulcano, con il paesaggio che cambia bruscamente diventando lunare.
Il tratto finale è di Daniele, che vola e ritrovo in cima per nulla affaticato, così che dopo poco si butta nel Superfinisher Supermaratona dell’Etna, una corsa nella corsa, o meglio un trail di 5 km sulla lava cristallizzata, che in un baleno ti riporta a Piano Provenzana.
SEMPRE PIU’ IN ALTO… E’ LA SUPERMARATONA DELL’ETNA
Caldo, freddo, mare, montagna, dolcezza e asprezza, c’è tutto nella Super Maratona dell’Etna. Bisogna viverla per capirla, macinare chilometri con il naso all’insù, sentire il sudore che cola copioso, sentire il sole caldo che fa ribollire la pelle, sentire il vento gelido che fa rabbrividire quando si arriva all’Osservatorio.
Solo vivendola puoi capire e apprezzare gli sforzi immensi che devono fare gli organizzatori per realizzare un’impresa simile (e pazienza per il traffico della prima parte, forse si potrebbe ovviare anticipando la partenza di un paio d’ore, come fanno molte gare estere).
Rifornimenti, archi gonfiabili, servizi di navette per scendere e salire, no, non è semplice.
Ci vuole un cuore grande per prestare la felpa e poi la giacca a vento a un concorrente infreddolito, e restare lì, a 3000 metri in maglietta fino alla fine, facendo finta di non sentire il freddo anche se ci sono solo 10 gradi. Questi sono gli organizzatori dell’Etna Trail, con l’instancabile presidente Carmelo, Rosita sempre disponibile e pronta a risolvere qualsiasi problema, che ha coinvolto nell’avventura anche la figlia Maria Giovanna, Franco con il figlio Luigi, presente in ogni dove per dare il proprio fattivo contributo, e i ragazzi dell’associazione “Ascuta”. Un grazie grandissimo per avermi fatto vivere un’esperienza indimenticabile.
E grazie a Giuseppe per l’ospitalità, l’attenzione e i manicaretti vegetariani che mi ha preparato, nonostante sia il proprietario di una macelleria (con annessa tavola calda).
E grazie a Francesca per avermi fatto conoscere il fantastico gruppone amante dei trail di Parma.
Grazie davvero di cuore tutti!
LA MIA STAFFETTA E I VINCITORI
Per la cronaca, la mia staffetta si è classificata al 9° posto su 38 con il tempo di 4h48’03”.
La Supermaratona invece è stata vinta dal francese Joris Kiredjian in 4h05’21” e in campo femminile da Lara La Pera, 4h48’25”.