A Tufa e Kipchoge la London Marathon. Last 42K per Paula Radcliffe

 

Kipchoge e Tufa con il trofeo della London Marathon - Foto Tommaso Gallini

I vincitori della 35 a edizione della London Marathon – Foto Tommaso Gallini

Mi sveglio alle 7, guardo fuori dalla finestra dell’hotel e vedo tutto bagnato. La giornata non promette bene. Me lo conferma la temperatura: 8 gradi e vento. Mmm, sarà una maratona dura.

Certo non per me che la seguirò solamente, ma per gli oltre 37 mila runners (quest’anno per la 35 a edizione è record con oltre 37.675 finishers).

Gli inglesi? Per loro è ormai estate. Le ragazze calzano ballerine senza calze, infradito e camicia, i ragazzi maglietta di cotone e talvolta un maglioncino leggero appoggiato sulle spalle (non si sa mai, meglio non esagerare con il caldo).

Comunque è freddo, c’è poco da fare, così la Virgin Money London Marathon la vincono due “insospettabili”: Tigist Tufa (Etiopia), 2h23’22” in campo femminile, e Eluid Kipchoge (Kenya), 2h04’42”.

L’etiope non si è mai vista i giorni precedenti la gara e ben poco sapevo di lei. Mi ero focalizzata sul quartetto, le fantastiche 4 (Mary Keitany, Edna Kiplagat, Florence Kiplagat e Priscah Jeptoo), come le avevano definite gli organizzatori della London Marathon.

Neppure avevo considerato l’unica europea élite, Ana Dulce Felix  (tra l’altro lo scorso anno con me a Vienna per la Frauenlauf, la gara femminile di 5 e 10 km). Che grinta Ana, va avanti, spinge, ci prova. Brava! Non ce la fa ma non lascia nulla di intentato.

E la gara si risolve con la Tufa che stacca tutte giungendo a braccia alzate sul The Mall in 2:23:22, seconda la favorita Mary Keitany in 2:23:40 e terza la connazionale Tirfi Tesegaye, 2:23:41.

Arrivano in sala stampa. La Keitany delusa non sembra dare importanza al suo secondo posto e dice: «Mi sentivo bene ma la temperatura era molto fredda e non era proprio ideale per me. A metà gara ho pensato che il ritmo fosse troppo lento e ho cercato di spingere per portarmi in testa al gruppo, ma ho trovato in quel momento un forte vento contrario che mi ha fermato».

La Tufa parlando con un filo di voce in amarico, con la traduttrice accanto, dice: «Sono felice di avere vinto una gara così importante».

Davvero difficile far parlare queste ragazze che se potessero fuggirebbero. E infatti a fine conferenza si dissolvono. Dove siete? Niente. Di loro non c’è più traccia.

Ma ci sono gli uomini. Partiti 50 minuti dopo vedono trionfare Eliud Kipchoge inaspettatamente, che si lascia dietro Wilson Kipsang, vincitore 2014 della London Marathon 2014 e Dennis Kimetto, lo scorso settembre a Berlino ha siglato il nuovo record del mondo scendendo sotto le 2 ore e 3 minuti (2:02:57).

Sempre sorridente, pronto al saluto e allo scherzo, è lui il Re di Londra.

Kipchoge:« È stata una gara molto dura, però mi sono allenato molto bene e i miei sforzi sono stati ripagati. Con avversari del calibro di Kipsang e Kimetto era come se fossimo a una finale olimpica».

Kipsang: «Sono contento comunque della mia gara e anche della vittoria del mio amico Eliud; questo tipo di clima è troppo freddo per me ed è stata dura sin dalla partenza».

Entrambi ora puntano ai Mondiali di Pechino, anche se non sono ancora certi di essere convocati, dicono coralmente: «deciderà la federazione keniana, noi ce la metteremo tutta per essere tra i selezionati».

E Paula Radcliffe?

Ha corso la sua ultima maratona, non da élite, partendo fra la massa di runners ed ha chiuso soddisfatta e con le lacrime agli occhi in 2h36’55”.

E le celebrities? Che fine hanno fatto?

Il pilota di Formula Uno Jenson Button ha corso in 2h52’30”, dunque niente male. L’ho incontrato, giusto un minuto al termine della gara; era avvolto dalla carta argentata e voleva cambiarsi al più presto gli indumenti inzuppati di sudore per cui nessuna intervista. La super modella, oggi mamma di due figli e fondatrice della onlus “Every mother counts” Christy Turlington Burns, ha chiuso la maratona in 3h46′. Lei si è subito volatilizzata. Puf. 42 km e via.

Beh, dopo tutti questi chilometri e successi mi è venuta voglia di correre. E allora si va lungo il Tamigi!