Su e giù per Massa Marittima, tra storia e natura

Avete mai pensato a una vacanza a Massa Marittima?

Personalmente non avevo mai preso in considerazione questa meta, finché…. Mi ci sono ritrovata per un workshop di fotografia, quello del grande Franco Fontana, nell’ambito del Toscana Foto Festival (presenti anche i mostri sacri della fotografia Oliviero Toscani e Settimio Benedusi).

E ora ci tornerei, eccome. Mi sono innamorata di questo luogo che sembra essersi fermato in un’altra epoca, posto sulle colline metallifere della Maremma. Certo caldo è caldo anche qui, anzi in alcuni momenti della giornata si boccheggiava, ma verso il tramonto arriva un vento fresco e continuo, che fa ritrovare le energie.

Quanto è grande il paese? Conta circa ottomila abitanti, aggiungo gentilissimi e sempre pronti ad aiutarti; il macellaio – e pensare che non mangio carne – ha chiuso il negozio per scortarmi fino al centro storico, dato che con l’auto (tra sensi unici e divieti d’accesso) non riuscivo a raggiungere la meta (il mio hotel!).

Ho passato giorni meravigliosi in questa cittadina, uno diverso dall’altro.

Com’è il luogo direte? È un vero gioiello, tanto che non vi stancherete di girarlo in lungo e in largo. A pochi chilometri poi c’è il mare; Follonica è la località più vicina ma forse un po’ caotica, e Castiglion della Pescaia (molto meglio!). Attorno ci sono alcuni paesini storici ed edifici strepitosi come l’abbazia circestense di San Galgano (gotica, senza il tetto). Insomma non vi annoierete.

Naturalmente poi potrete correre!

Se decidete di soggiornare a Massa Marittima, vi suggerisco il percorso che ho fatto io, a giorni alterni (una volta in compagnia di Giulia, che ho conosciuto durante il corso; con lei ho dimenticato i saliscendi, grazie!).

Partite dal centro storico, o meglio dalla cattedrale di San Cerbone, risalente alla metà del XII (un incanto!), e spingetevi su Via Moncini, la strada che costeggia Palazzo Malfatti (una residenza da sogno citata da Dante Alighieri nel Purgatorio), quindi correte fino in cima alla strada e arrivate alla Torre del Candeliere, in travertino, con il grande orologio funzionante (è possibile salire fino all’ultimo piano – il biglietto costa soli tre euro – e attraversare l’arco per raggiungere le fortificazioni del Cassero Senese. Naturalmente l’ho testata di corsa).

Percorrete tutto Corso Diaz, dove si trova lo stupendo Chiostro di Sant’Agostino, e andate avanti per circa un chilometro (passerete una rotonda, andate sempre dritto); imboccate Viale Martiri della Niccioleta e spingetevi fino al grazioso cimitero con i cipressi. Passate la casa mandamentale (il carcere), vicino alla quale scorgerete due cavalli liberi (li vedrete tutte le mattine, non temete): uno bianco e uno marrone, e proseguite finché le gambe vi sorreggono (la strada porta alla piccola località Capanne). Il percorso è ombreggiato e ventilato ed è leggermente in discesa, ricordate però che dovete tornare indietro, e avrete solo della salita!

Vi stupirete di incontrare così tanti signori e signore a passeggio con il proprio cane, e poi giovani e meno giovani (una mattina ho contato almeno una decina di donne) che camminano perché hanno capito che il movimento è la medicina migliore per restare in forma e in salute.

Vedrete che meraviglia. Provate per credere!

Ecco il mio percorso, andata e ritorno. Le foto le ho scattate durante l’allenamento (a parte quelle di San Galgano) , pochi secondi di stop e via.