Bruno Barbieri, corsa e cucina sognando la NYCM

Bruno Barbieri è una star dei fornelli (grazie alle 7 stelle Michelin conquistate, unico in Italia insieme a Gualtiero Marchesi) e della tv (grazie al talent show  MasterChef).  Capitava che papà Fabio, quando ero una bambina, parlasse spesso e con entusiasmo di un giovane promettente che lavorava al Trigabolo, un ristorante stellato, tra i più rinomati in Italia (oggi non c’è più), ubicato ad Argenta, un paese del ferrarese, spesso avvolto nella nebbia. Beh, quel giovane era proprio Chef Barbieri… E allora come oggi  correva.  Da allora non è cambiato molto… Merito della corsa?!?Chissà, leggete…

Corsa e cucina, se il running fosse un ingrediente o un piatto che cosa sarebbe?

«Se dovessi paragonare il running a un piatto sarebbe un coniglio, del resto va sempre di corsa; cucinato in tutte le maniere, che so alla cacciatora o rivisto in chiave più moderna».

C’è un altro chef e giudice di MasterChef UK e Usa che corre, è l’inglese Gordon Ramsay. Similitudini?

«Non la cucina, perché penso di essere un pochino più bravo (scusa la presunzione), ma come lui sono stato un calciatore. Ho giocato in diverse squadre per molti anni, anche nelle giovanili del Bologna, ero mezz’ala sinistra.  Il mio numero era il 10. Se solo non fossi nato nell’anno di Maradona!».

Durante le registrazioni di Masterchef riesci ad allenarti?  

«Quando sono a Milano per registrare MasterChef difficilmente corro, perché dovrei andare tra le ferrovie, le case, posti che non amo. Se ci sono le ‘esterne’, e ad esempio siamo al mare, vado a correre in spiaggia con Bastianich, un super sportivo, e a volte anche con Cracco; non tiene il nostro passo ma…».

La corsa per te cos’è?

«La corsa credo debba essere interpretata come “sciogli” stress, assolutamente non in modo impegnativo perché non è un lavoro».

Il luogo dove preferisci correre?

«Quando torno a casa, a Medicina, un luogo molto bello nell’hinterland bolognese, corro in mezzo ai campi di cipolle (le famose cipolle dorate)».

Qual è la cosa che ami maggiormente?

«Amo viaggiare e mangiare per strada. Non ho mai una meta precisa, giro il mappamondo, chiudo gli occhi e appoggio il dito in un punto che sarà il luogo dove andròIl ricordo più bello è legato a Manaus; per un periodo ho vissuto nella foresta Amazzonica per studiare il Pirarucù, un pesce d’acqua dolce del Rio delle Amazzoni del quale non si butta via niente, un po’ come il nostro maiale».

Che cosa ti piace mangiare?

«Mangio di tutto, tanta frutta, verdura e in modo regolare; bevo poco, non fumo, cerco di fare una vita sana perché vorrei arrivare, come la cara Rita Levi Montalcini, all’età di 103 anni. Prima di iniziare MasterChef ho fatto una super dieta per perdere tra i sei e i nove chili, poiché dovendo assaggiare tutto devo essere più magro del solito. Basti pensare che una sera ho dovuto assaggiare trentasette porzioni di uova, e i miei “assaggi” sono delle belle scucchiaiate!».

Il tuo piatto preferito?

«Adoro il minestrone di verdure tagliate a pezzi grossi, un po’ come faceva mia nonna: senza la pasta, con un filo di olio crudo alla fine, e aromatizzato con le erbe».

Il piatto ideale pre maratona?

«Prima di correre 42 chilometri consiglio un bel piatto di pasta, naturalmente di Gragnano, con le verdure, le melanzane e qualche pezzetto di pesce».

Un sogno sportivo?

«Non ho mai corso una maratona e mi piacerebbe partecipare alla New York City Marathon. Sarebbe bello farla insieme a Linus, ma dovrei allenarmi seriamente per stargli dietro. In ogni caso sono certo che prima o poi la correrò!».

Fotografie di Pierluigi Benini