Palazzo dei Diamanti, oltre la leggenda

Qualche volta, ad allenamento quasi completato, devio per Corso Ercole I D’Este.

Sono sulle Mura, manca poco però mi dico, dai dai spingiti un po’ più in là e vai a vederlo. Chi?

Uno degli edifici ferraresi che amo di più. Si tratta di Palazzo dei Diamanti. L’avete mai visto? Mi manca il fiato tutte le volte che lo scorgo. Non so dirvi ma è un colpo d’occhio incredibile. Immenso, con la sua mole piena di aculei che vira dal bianco al rosa e ti fa esclamare “Wow!”.

Vi racconto in breve un po’ di storia del palazzo.  Progettato da Biagio Rossetti per conto di  Sigismondo d’Este, fratello del duca Ercole I d’Este, nel 1492. Fu abitato in maniera discontinua dai diversi componenti la casa d’Este, fino alla devoluzione della città alla Santa Sede, avvenuta nel 1598.

La caratteristica principale di questo sontuoso manufatto architettonico è il bugnato esterno a forma di punte di diamante, che danno il nome al palazzo. Sono 8500 – 12 mila (nessuno li ha mai contati) blocchi di marmo bianco venato di rosa che donano particolari effetti prospettici grazie al differente orientamento delle punte, in modo da catturare al meglio la luce.

Una leggenda dice che un solo diamante di marmo contenga un autentico diamante nascosto da Ercole I d’Este (forse proveniente dalla sua stessa corona). Chi conosceva la giusta collocazione della preziosa pietra? Ercole e il capomastro che, si dice, un giorno venne convocato affinché gli venisse tagliata la lingua e fosse accecato.

Mah, leggenda o realtà, chi lo sa. Ciò che è vero è che qui periodicamente si tengono delle bellissime mostre organizzate dalla Fondazione Ferrara Arte.

Foto Tommaso Gallini

Fino al 19 luglio Palazzo dei Diamanti ospiterà la temporanea intitolata: “La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudí”

Effervescente e ammaliante, estrosa e ribelle, Barcellona all’inizio del Novecento era “la rosa di fuoco”. Un fervore nuovo infiammava la scena artistica e culturale, dove spiccavano gli astri di Picasso e Gaudí, sullo sfondo di una rovente tensione sociale che alimentava conflitti e attentati.
A siglare l’ascesa di Barcellona era stata l’Esposizione Universale del 1888, che celebrava lo sviluppo economico e urbanistico della capitale catalana e contribuiva a diffondere idee di rinnovamento e di modernità.

Mostra a cura di Tomàs Llorens e Boye Llorens, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte.

Fotografie di Pierluigi Benini  e Tommaso Gallini